Lo hanno già ribattezzato, forse con un gusto discutibile per i giochi di parole, bonus sisma o addirittura Sismabonus (proprio così, tutto attaccato). Più nello specifico, si tratta di un incentivo previsto nell’ultima Legge di Stabilità per la ristrutturazione di immobili finalizzata alla riduzione del rischio sismico: un provvedimento di non lieve entità, dal momento che si concretizza in una detrazione d’imposta maggiorata che può raggiungere la considerevole aliquota dell’85%. Il provvedimento riguarda non solo le strutture abitative, ma anche gli immobili con destinazione d’uso e categoria catastale afferente alle attività agricole, professionali e commerciali. Inoltre, rispetto ai precedenti provvedimenti della medesima natura, quest’ultimo si estende anche agli immobili situati in zone a minor rischio sismico (zona 3), e non più solamente in quelle riconosciute come a rischio (zone 1 e 2).
Come accedere al bonus
Il primo passo da fare per accedere al bonus consiste nel far effettuare una valutazione del rischio di impatto sismico dell’immobile: tale operazione può essere effettuata esclusivamente da ingegneri e/o architetti regolarmente iscritti al relativo albo professionale. Questi ultimi devono poi classificare il coefficiente di rischio sulla base del nuovo prontuario approntato dal Ministero delle Infrastrutture, il quale ha definito una scala di rischio sismico divisa in otto categorie: dalla A+, che indica gli immobili con rischio irrisorio o inesistente, alla G, che identifica gli immobili con un coefficiente di rischio molto alto.
Attestazione e collaudo
Una volta effettuata la valutazione, il professionista deve compilare una parte di uno specifico modulo erogato dallo stesso Ministero in cui si certifica nel dettaglio la classe sismica di riferimento dell’edificio al momento della verifica e la classe raggiungibile dopo opportuni lavori. Il resto del modulo dovrà essere compilato dal direttore dei lavori e dal responsabile del collaudo statico (quest’ultimo può essere nominato d’ufficio). Per le abitazioni e gli edifici produttivi, la detrazione è determinata nel 70% in caso di miglioramento di una classe sismica e dell’80% in caso di miglioramento di due classi sismiche. Per quanto riguarda le parti comuni di edifici condominiali, invece, lo scatto di una classe sismica equivale al 75% di detrazione, mentre il doppio passaggio vale una detrazione dell’85%.
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